Notizie storiche
I Cappuccini ebbero un primo convento su un colle vicino a Foligno, dove esisteva una chiesetta dedicata a S. Valentino, nel 1530. Lo lasciarono nel 1540 per stabilirsi in un altro luogo collinoso, chiamato S. Giuseppe di Vignole. I folignati però insistettero perché i frati fossero più vicini, per meglio godere della loro assistenza religiosa. Fu così fondato un nuovo convento nel 1561, a spese del popolo, sul luogo attuale, chiamato “S. Francesco al Monte“. Soppresso nel 1867, fu riaperto pochi anni dopo (1871). Tra il 1958-1961 fu ricostruito ex novo. Il titolare della chiesa è San Francesco d’Assisi. Sede dello studio teologico fino al 1956 e del seminario serafico dal 1961 al 1964, ospitò anche lo studio filosofico dal 1965 al 1969, e per qualche anno il noviziato. Ospitò a lungo anche l’infermeria provinciale, salvo gli anni della ricostruzione, dal 1936 al 1970. Un’ala del convento da diversi anni è dedicata all’attività ricettiva dei pellegrini. Dal 2012 la struttura è aggregata alla FIES (Federazione Italiana Esercizi Spirituali). I frati hanno lasciato il convento nel 2016 destinandolo interamente alla ricezione.
Le opere d’arte
La ricostruzione degli anni ’60 del Novecento del convento folignate ha toccato soltanto in parte la chiesa che, in facciata, è abbellita da piastrelle in maiolica dipinte (1926) da Pico Discepoli. La stessa chiesa, a navata unica e così conformatasi a seguito di una riedificazione avvenuta intorno al 1760, si pone tra le più ampie della Provincia dell’Umbria. Coeva all’intervento settecentesco è l’imponente macchina lignea dell’altare maggiore – da cui si accede nel coro primo novecentesco – dotata di un grande tabernacolo della metà del ’700 (l’unico tipico “cappuccino” sopravvissuto in Provincia insieme ad un altro di Visso) ed entro cui è posizionata l’ “Estasi di S. Francesco d’Assisi” di Corrado Giaquinto (1762 ca.). Alla pala di Giaquinto, nei tre altari addossati alla parete destra e nei tre inseriti nelle altrettante cappelle che scandiscono la parete sinistra, si uniscono altre interessanti tele (eseguite tra la metà del ‘700 e la fine dell’800) alcune delle quali rappresentanti santi cappuccini (Felice da Cantalice, Giuseppe da Leonessa, Fedele da Sigmaringen e Lorenzo da Brindisi). In controfacciata (qui trasferito dal coro) va invece segnalato il “Compianto sul Cristo morto” di Paolo Piazza, databile vicino all’altro lavoro oggi superstite e licenziato dal pittore cappuccino veneto per la Provincia dell’Umbria (convento di Amelia). Da ricordare, infine, è l’armadio della sagrestia di fine XVII-inizi XVIII secolo.